Il rating di legalità, istituito nel 2012 e oggi oggetto di una nuova consultazione pubblica da parte dell’AGCM (Provvedimento n. 31549), si conferma uno strumento chiave per le imprese che vogliono dimostrare la propria affidabilità, legalità e trasparenza. Oltre a rappresentare un vantaggio competitivo concreto, è perfettamente allineato agli obblighi normativi sugli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, come previsti dall’art. 2086 c.c. e dal Codice della crisi d’impresa.
Il rating oggi: cosa prevede il Regolamento attuale
Attualmente, il rating può essere richiesto da imprese che:
- hanno sede operativa in Italia;
- dichiarano un fatturato minimo di 2 milioni di euro;
- sono iscritte da almeno due anni al Registro delle Imprese o al REA;
- non hanno subito sanzioni o condanne rilevanti, né l’impresa né i suoi amministratori, soci o rappresentanti.
Il rating è espresso in stelle (da ★ a ★★★). Si ottiene una stella base se si rispettano tutti i requisiti minimi, e si possono aggiungere “+” – fino a un massimo di ★★★ – se l’impresa adotta pratiche virtuose, come:
- modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/2001,
- protocolli di legalità con Prefetture o Ministeri,
- sistemi di pagamento tracciabili,
- forme di responsabilità sociale d’impresa certificate (CSR certificato), cioè attività in ambito ambientale, sociale o etico convalidata da standard riconosciuti come SA 8000, ISO 26000, UNI PdR 125, ecc.
Il rating ha attualmente una durata di 2 anni ed è rinnovabile.
Il futuro: cosa cambia con il nuovo Regolamento
Il 26 maggio 2025 l’AGCM ha pubblicato uno schema aggiornato del Regolamento attuativo del rating di legalità, sottoposto a consultazione pubblica. Una volta approvato, introdurrà importanti novità sostanziali, tra cui:
- Durata estesa a 3 anni
Il nuovo rating avrà validità triennale, con possibilità di rinnovo o incremento del punteggio durante il periodo di validità.
- Requisiti ostativi ampliati
Saranno considerati anche:
- condanne per reati economici e ambientali più estesi,
- misure di prevenzione e provvedimenti interdittivi ANAC,
- responsabilità per comportamenti di soggetti “rilevanti”, inclusi soci di controllo e dirigenti cessati da meno di un anno.
- Maggiore rigore informativo
Le imprese saranno obbligate a comunicare ogni variazione sui requisiti entro 30 giorni. In caso contrario, potranno subire revoca, sospensione o riduzione del punteggio, con inibizione a nuove domande fino a 18 mesi.
- Nuovi criteri premiali
Tra i nuovi elementi che potranno far guadagnare “+” figurano:
- adozione certificata di pratiche di CSR (*) (Corporate Social Responsibility),
- partecipazione a protocolli anticorruzione,
- presenza in white list antimafia o anagrafe ANAC.
(*) L’adozione certificata di pratiche di CSR si concretizza quando l’azienda ha adottato pratiche socialmente responsabili (es. ambiente, sicurezza, diritti dei lavoratori) validate da standard ufficiali e spesso verificate da enti terzi (es. ISO, SA8000, UNI).
Che si tratti della versione attuale o futura, il rating di legalità è un titolo premiale riconosciuto in moltissimi bandi pubblici, sia nazionali che regionali.
In particolare:
- consente punteggi aggiuntivi nei bandi di finanziamento (PNRR, MIMIT, Invitalia, POR, ecc.),
- garantisce corsie preferenziali per accesso a contributi, agevolazioni fiscali, bandi per l’innovazione e la sostenibilità,
- migliora la posizione dell’impresa nelle gare pubbliche.
In definitiva, il rating di legalità si riconferma uno strumento competitivo e distintivo sempre più centrale, perfettamente in linea con gli adeguati assetti richiesti dal legislatore. Oggi, più che mai, rappresenta una leva strategica per chi vuole crescere nel rispetto delle regole, posizionandosi come partner affidabile per il mercato, le banche, gli investitori e la Pubblica Amministrazione.
Autore: Luigi Romano