Col presente contributo desideriamo fornire una piccola guida per chi, in perfetta buona fede, potrebbe ritrovarsi vittima di un accertamento.
Effettuare movimenti (in entrata e in uscita) sul proprio conto corrente fornisce all’Agenzia delle Entrate indicazioni potenziali di quello che potrebbe essere il nostro reddito e, di conseguenza, individuare eventuali discordanze tra il reddito dichiarato e “quanto movimentato”.
Prelievi in contanti
I sospetti da parte della banca, con conseguente comunicazione all’Unità di Informazione Finanziaria, possono scattare al superamento dei 10.000 euro in un mese, anche se prelevati con operazioni frazionate.
L’UIF analizzerà il comportamento del correntista, i prelievi effettuati, anche nei mesi precedenti, ed eventualmente avviserà la Procura, che accerterà se i prelievi possono essere riconducibili a reati (riciclaggio, criminalità organizzata, ecc.).
Prelievi liberi
Secondo la Cassazione (ordinanza n. 47831/19), i prelievi dal conto sono sempre liberi e il Fisco non può chiedere spiegazioni, come fa invece per i versamenti, chiedendo la provenienza del denaro.
Il prelievo in contanti non può essere utilizzato per innescare un accertamento fiscale o per sospetta evasione fiscale, come invece accade per i versamenti.
Rammentiamo però che al superamento dei 10.000 euro prelevati scattano le norme antiriciclaggio, come chiarito in precedenza.
Gli imprenditori, a differenza dei privati cittadini, hanno l’obbligo di giustificare in contabilità tutti i prelievi superiori a 1.000 euro al giorno o a 5.000 euro al mese.
Versamenti
Anche se per i versamenti in contanti, non ci sono limiti di legge, al superamento di una certa somma, soprattutto se sopra-soglia (attualmente 2.000 euro) ed in base anche alla tipologia di attività in caso di imprese, induce la banca a chiedere al cliente la provenienza del denaro, ai sensi delle norme antiriciclaggio.
Per l’Agenzia invece, tutti i versamenti sul conto possono costituire reddito imponibile a meno che non si dimostri che si tratti di redditi esenti o già tassati (ad esempio donazioni, prestiti tra parenti, vincite).
Sanzioni
Da ultimo ricordiamo che l’Autorità antiriciclaggio (UIF), nel caso in cui verifichi degli illeciti, può irrogare sanzioni da 1.000 a 50.000 euro, senza considerare l’eventuale risvolto penale.