Agli indicatori sintetici di affidabilità fiscale (ISAF) saranno affiancati anche gli ISAC per favorire la compliance, fornendo a professionisti e imprese un riscontro puntuale del loro livello di affidabilità contributiva.
Questo nuovo strumento di verifica, in perfetto stile “fai da te” prende spunto dagli ormai rodati ”cugini” utilizzati da diversi anni dal Fisco.
Infatti, i tecnici dell’Inps stanno collaborando con Agenzia Entrate, Sose (partner tecnologico di Agenzia), Ispettorato Nazionale del Lavoro, Dogane e Guardia di Finanza, per modellare l’algoritmo e renderlo calzante per scovare il sommerso (lavoro nero o grigio che sia).
Sono già in fase di avanzata sperimentazione gli indicatori per i settori del commercio (dettaglio e ingrosso) e della logistica, cui seguiranno gli indicatori per industria, artigianato e servizi.
Entro due anni il software sarà pronto, col preciso scopo di misurare il grado di attendibilità delle imprese, in termini contributivi, sia per il lavoro ”invisibile” a livello giuridico, sia per quello caratterizzato da rapporti “formalmente” regolari ma che nascondono false collaborazioni, orari di lavoro dichiarati in misura inferiore a quelli effettivi, appalti, distacchi e somministrazioni di lavoro non conformi alle regole, per ridurre artificiosamente i costi.
In caso di non conformità saranno create delle liste di controllo, cui seguirà un piano di verifiche mirate, predisposto dall’Inl, per le posizioni più a rischio.
Infatti, per il biennio 2023-2024 è stato programmato un consistente potenziamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro, con l’assunzione di 2.580 funzionari, di cui 900 ispettori ordinari e 1.174 ispettori tecnici.
Naturalmente saranno perseguite immediatamente le situazioni considerate “patologiche”, mentre per quelle con indicatori di irregolarità più blandi si cercherà di favorire la regolarizzazione spontanea, attraverso una rimodulazione delle sanzioni civili.