È quanto emerge da uno studio presentato da Unioncamere-InfoCamere, con circa 650.000 imprese guidate da soggetti stranieri, censite alla fine di marzo 2022, rappresentanti il 10,7% del totale imprese presenti sul territorio italiano.
L’imprenditoria straniera si conferma quindi una componente strutturale del tessuto imprenditoriale italiano, essendo presente nel 94% dei Comuni italiani e capace di superare indenne l’emergenza Covid.
Infatti nel periodo esaminato da marzo 2020 a marzo 2022, il numero di imprese guidate da soggetti esteri è cresciuto di 54.000 unità, segnando un +8,7% contro una crescita media del totale delle imprese del 2,3% nello stesso periodo.
Il settore “trainante” è quello delle costruzioni, con un +39% sul totale (+20.974 imprese su 54.000 circa); naturalmente hanno contribuito fortemente gli incentivi al recupero del patrimonio edilizio.
A seguire il commercio e i servizi alla persona, rispettivamente con 9.149 e 3.695 imprese in più.
In termini relativi, la presenza di imprese di stranieri si è rafforzata nelle attività finanziarie e assicurative (+16,5%), nelle costruzioni (+15%) e nelle attività tecniche, scientifiche e professionali (+12,7%).
Durante la pandemia, l’incremento più consistente di attività guidate da “stranieri” si è registrato in Lombardia, con un incremento di circa 11.000 imprese negli ultimi 2 anni che si conferma la Regione leader per presenza di imprenditoria straniera (124.106 le attività censite al 31 marzo 2022).
Anche se in termini relativi, la dinamica più accentuata si è invece avuta in Valle d’Aosta (+14,0%), Trentino alto Adige (+12,7%), Piemonte (+11,4%) e Liguria (10,8%).
Sperando non si tratti solo di un’impennata legata ad attività “a tempo”, non possiamo che ringraziare chi, pur essendo nato fuori dai nostri confini, ha deciso di creare ricchezza nel nostro bel Paese e di contribuire al PIL nazionale.