Dalla bozza del decreto in Consiglio dei ministri emerge uno “stop” alle cessioni successive alla prima, sia per lo sconto in fattura che per la cessione del credito d’imposta vera e propria.
L’intento è quello di arginare le girandole di trasferimenti, spesso attuate con intento fraudolento.
Nel caso dello sconto in fattura, il fornitore che applica lo sconto potrà fare una sola cessione.
Quindi l’impresa potrà trasferire il bonus aa esempio ad una banca e quest’ultima non potrà a sua volta cederlo nuovamente.
Con riferimento alla cessione del credito (si paga la fattura senza sconto e matura il credito), il committente privato potrà trasferire il bonus a un qualsiasi acquirente, che a sua non potrà più cedere ad altri, ma potrà solo utilizzarlo per le proprie imposte.
Per i crediti che alla data del 7 febbraio saranno già stati oggetto di una cessione o sconto in fattura, per non creare disparità di trattamento in caso di percorsi di ulteriore cessione già avviati, potranno essere ancora ceduti per un’ultima volta.

