Terminata, col nostro precedente messaggio, la carrellata degli interventi (inadeguati ed insufficienti), portati in dono dall’ennesimo provvedimento emergenziale, non possiamo non riconoscere l’avvio di una selezione in stile darwiniano.

Forse qualche reddito di cittadinanza in meno e qualche soldo “vero” (non crediti d’imposta) in più alle imprese sane, tra formazione finanziata “seria” (anche per i neo-imprenditori) e un “accompagnamento” verso l’uscita da una crisi silente che si trascina da decenni, con un minimo di programmazione in favore delle micro-imprese (vera spina dorsale produttiva del Paese), avrebbe consentito a quanti contribuiscono al nostro P.I.L. con fatica, quotidianamente, di reggere meglio l’impatto di due tsunami, affrontati in rapida successione e senza “ancore” di salvataggio.

Ma l’improvvisazione regna incontrastata nel nostro bel Paese, a vantaggio di eminenze grigie che utilizzano un branco di dilettanti allo sbaraglio, talvolta impresentabili, per portare a termine i loro disegni di smembramento delle nostre eccellenze in favore delle grandi multinazionali, che grazie alle “lobbies” posizionate nei punti strategici, calpestano “democraticamente” ed inesorabilmente i veri imprenditori, quelli che lavorano in prima linea con i propri dipendenti, con senso di responsabilità verso questi ultimi.

Quando saremo tutti al servizio dei “grandi gruppi”, a cui va davvero la ricchezza del nostro Paese, forse le nostre coscienze si risveglieranno…ma potrebbe essere tardi.

Il processo è già stato avviato da tempo, ma i miracoli possono sempre accadere.

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