Nel contesto delle agevolazioni fiscali, in particolare il Credito d’Imposta investimenti per il Mezzogiorno, meglio conosciuto come Bonus Sud (ma questo vale anche per i crediti d’imposta investimenti in beni strumentali di cui alla L. 178/2020 e successive proroghe), si ripropone con forza il tema della locazione finanziaria (leasing) e dell’obbligo di riscatto. Una questione tutt’altro che secondaria, poiché dalla corretta impostazione contrattuale dipende la conservazione del beneficio fiscale ottenuto dalle imprese.
Il nodo del riscatto nel leasing finanziario
L’Agenzia delle Entrate ha avviato una serie di azioni volte al recupero del credito d’imposta in tutti quei casi in cui i beni agevolati risultano acquisiti tramite contratti di leasing che non prevedono l’obbligo di riscatto al termine del contratto, ma solo una facoltà. Questo orientamento trae origine dalla Circolare n. 38/E dell’11 aprile 2008, che a sua volta richiama gli ORIENTAMENTI IN MATERIA DI AIUTI DI STATO A FINALITÀ REGIONALE 2007-2013 che, al n. 53, recitano testualmente “I costi relativi all’acquisizione di attivi diversi da terreni e immobili in locazione possono essere presi in considerazione solo se il contratto di locazione ha la forma di leasing finanziario e contiene l’obbligo di acquisire l’attivo alla scadenza del contratto di locazione. Per quanto riguarda la locazione di terreni e di immobili, essa deve proseguire per almeno cinque anni dopo la data prevista di completamento del progetto d’investimento per le imprese di grandi dimensioni e per tre anni per le PMI”.
Tali “orientamenti” sono stati richiamati anche nell’ultima “versione” declinata “Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027”.
Ciò posto, si evidenzia come la norma primaria (articolo 1, comma 99, legge 208/2015) non stabilisce affatto tale condizione, limitandosi ad indicare che gli investimenti possono essere realizzati anche tramite contratti di leasing finanziario.
Quali precauzioni operative
Orbene, alla luce del presente quadro normativo e interpretativo, per evitare estenuanti ed onerosi “conflitti” con Agenzia è consigliabile che i contratti di leasing, relativi a beni agevolati, contengano una clausola esplicita ed irrevocabile di riscatto.
In particolare, nel caso di beni agevolati ai sensi della legge 178/2020 e successive modifiche/proroghe, o relativi al Bonus Sud o ZES, in assenza di tale clausola, l’utilizzatore potrebbe formalizzare la volontà di esercitare il riscatto (con decorrenza dal termine della locazione) mediante invio di una dichiarazione firmata a mezzo PEC alla società di leasing. Questo passaggio si rivela fondamentale per evitare il rischio di revoca dell’agevolazione.
C’è da dire che diverse società di leasing stanno progressivamente adattando i propri contratti per inserire clausole standardizzate che prevedono l’opzione irrevocabile di riscatto per i beni agevolabili. Tuttavia, la prassi non è ancora uniforme, in quanto permane una certa eterogeneità contrattuale, ed è pertanto buona norma per il beneficiario verificare puntualmente la documentazione sottoscritta, al fine di assicurarsi che non vi siano pattuizioni che potrebbero compromettere le agevolazioni.
Per concludere, il recupero del credito da parte di Agenzia delle Entrate, fondato su indicazioni di prassi e non su disposizioni legislative (domestiche), travalica ancora una volta il dettato normativo, creando un clima di incertezza per le imprese.
Pertanto, al fine di evitare contenziosi col “Fisco amico, ma non troppo”, l’adozione di misure preventive come l’opzione irrevocabile di riscatto ed un’attenta verifica contrattuale rappresenteranno efficaci strumenti di tutela preventiva.
Continueremo sempre ad augurarci, in un’ottica di collaborazione tra Fisco e Contribuente, che vi sia un maggior allineamento tra norme e prassi amministrativa, per garantire certezza del diritto e sicurezza operativa alle imprese che investono, nel Mezzogiorno come nel resto d’Italia, ma finché l’AdE continuerà ad “utilizzare” i propri documenti di prassi, nonostante i vari pronunciamenti della Suprema Corte in favore del Contribuente, l’equilibrio “precario” tra Fisco ed Imprese sarà, ancora una volta, messo a dura prova.
Autore: Luigi Romano