Salvo sorprese, la legge di conversione del decreto semplificazioni fiscali, da domani in Senato per l’ultima approvazione, ha modificato (semplificato) le norme sulla quarta cessione, con effetto retroattivo.

Sarà sufficiente?

Prova a risponderci Intesa Sanpaolo, attraverso un proprio portavoce, riferendo che è stata già predisposta dall’Istituto un’offerta di “ricessione” da sottoporre ai potenziali acquirenti (imprese), con i quali sono già in corso i primi contatti, in attesa della conversione in legge del Decreto e conseguente pubblicazione in Gazzetta.

Sempre il portavoce di Intesa Sanpaolo avverte che, tuttavia, si rileva ancora una certa cautela nell’accettazione dell’offerta da parte delle imprese, considerata la copiosa produzione di norme, circolari e risposte ad interpelli, talvolta contrastanti, che rallentano il percorso di valutazione e accettazione da parte di chi potrebbe già aderire.

E proprio questa scarsa stabilità nell’applicazione della norma ha frenato, tra gli altri, Cassa depositi e prestiti, che aveva già messo a punto una nuova offerta di acquisto dei crediti, per poi fermarsi e restare in attesa di concrete garanzie di stabilità.

L’instabilità di cui si parla è stata ulteriormente alimentata dall’ultima circolare di Agenzia Entrate (n. 23/E) pubblicata qualche settimana fa, che ha posto l’accento sulla diligenza necessaria da parte di chi acquista i crediti e sulla possibile responsabilità solidale rispetto a eventuali frodi, in caso di controlli poco attenti.

Sulle frodi siamo tutti d’accordo.

Ma bisogna tener presente che tali crediti vengono (ri)ceduti da soggetti qualificati e strutturati come Banche ed Istituti finanziari, che hanno già effettuato una serie di maniacali controlli.

Però come spesso accade, il perimetro tracciato dall’amministrazione finanziaria sulla responsabilità solidale non è per nulla chiaro.

Infatti, la medesima circolare ha spiegato che la diligenza di chi acquista i crediti va valutata anche guardando all’eventuale incoerenza reddituale e patrimoniale tra il valore e l’oggetto dei lavori «asseritamente eseguiti» e il profilo dei committenti beneficiari delle agevolazioni.

Personalmente resto basito.

Come naturale conseguenza, l’effetto generato dalle indicazioni agenziali ha spinto tanti operatori qualificati, come banche (tra cui Iccrea) e grandi imprese, a fermarsi ”in attesa che l’agenzia delle Entrate fornisca i chiarimenti necessari ad individuare il perimetro di azione, al fine di impartire alle banche sul territorio regole precise sull’istruttoria cliente.”

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