Complice da un lato un Fisco “macchinoso” e, dall’altro, le irriducibili “menti delinquenziali” che hanno visto in questo “mercato” una grande opportunità di facili guadagni (illeciti), le cessioni dei crediti legati ai bonus fiscali viaggia rapidamente verso il blocco totale, con l’impossibilità materiale di procedere con nuove domande.

A partire da Banca Intesa e UniCredit, seguite a ruota da Banco BPM, Cariparma-Credit Agricole, Banca Carige, Popolare di Sondrio, Deutsche Bank, Credem (quest’ultima ha già chiuso il portale), e gruppo BCC Iccrea, la motivazione “ufficiale” è, nella maggior parte dei casi, l’esaurimento del plafond disponibile.

Bper, Mps e Banca Sella, invece, procedono con una operatività regolare, anche se hanno scelto un approccio molto prudente.

Qual è la vera motivazione?

Il sistema bancario sollecita da più parti una modifica della normativa, per creare meccanismi finalmente funzionali, evitando questi “rigidismi bizantini” che non aiutano la circolazione dei crediti.

Proprio sul fronte della “circolazione”, le richieste sono molte, a partire da un coinvolgimento maggiore nel sistema delle cessioni di aziende private, dotate di una buona capienza fiscale, che consenta loro di usare in compensazione il credito ceduto dalle Banche.

Bisognerà però semplificare tanto il sistema che governa il “mercato dei crediti” e revisionare il meccanismo che vieta le cessioni frazionate.

Solo in questo modo si consentirà ad un strumento tanto importante quanto imponente, vero e proprio volàno dell’edilizia (e non solo), di raggiungere gli obiettivi prefissati dal legislatore, con presa di beneficio da parte di tutto il “Sistema Impresa Italia”.

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