Mentre continua il suo percorso (tormentato) la manovra di Bilancio 2023, con critiche incassate da BankItalia relative al tetto POS ed al limite del contante, che potrebbero favorire l’evasione, in Europa si lavora (contro l’evasione Iva) per istituire una fattura elettronica allargata a tutti i Paesi membri, utile anche per semplificare gli scambi commerciali intra-UE con la creazione di un unico documento elettronico, evitando così l’invio di documenti riepilogativi delle transazioni commerciali tra operatori dei vari Stati, documenti che scontano l’assenza di simultaneità, indispensabile per un monitoraggio efficace che possa davvero prevenire le frodi IVA.
Secondo quanto affermato dal Commissario UE Gentiloni, gli Stati membri hanno perso solo nel 2020 almeno 93 miliardi di euro.
Secondo la proposta avanzata, le imprese europee emetteranno fatture elettroniche (anche) per le transazioni transfrontaliere, con un quantitativo di dati impressionanti acquisito in tempo reale da un Servizio di Interscambio allargato (sperando che sia simile a quello già adottato in Italia, per evitare che le semplificazioni portino a nuove complicazioni) con contestuale abolizione delle dichiarazioni riassuntive, ad oggi obbligatorie.
Il percorso è tracciato, è solo questione di tempo, nella speranza che non vi siano troppi stravolgimenti rispetto al rodato sistema italiano che, almeno in questo, ha anticipato i tempi rispetto agli altri paesi UE, che fino ad ora hanno stabilito l’obbligo della F.E. solo per i rapporti con le Pubbliche Amministrazioni.